La "Viola" dei Venti

Ciao ragazzi,che fate lì impalati? Entrate forza! Non in punta di mouse però! Accomodatevi pure sulle vostre tastiere, perché questo è il nostro blog. Nostro di chi? Ma di tutti Noi che non abbiamo paura di dire quello che pensiamo, raccontare i sogni, mostrare i sentimenti, affrontare le fife, gioire dei successi…insomma di chi non ha timore di vivere e poi condividere le esperienze, di qualunque natura esse siano. Perciò, un bel respiro, chiudete gli occhi, liberate la mente, aprite il cuore…


venerdì, agosto 11, 2006

“Mentre parliamo”

Sono ore che parliamo. Quante argomenti, quante parole. Di cosa stiamo parlando adesso?! Oddio com’è difficile mantenere l’attenzione sul discorso che stiamo facendo. Non ce la faccio! Non so nemmeno come faccia la mia mente ad organizzare un ragionamento di senso compiuto, e addirittura ordinare alla bocca di esprimerlo. Devo ricordare a me stesso di farmi i complimenti se mai riuscissi ad allontanarmi da te, senza averti nemmeno sfiorato.
Hei, no! Che fai? Non ci provare! Non mi abbandonare proprio ora!
Ho bisogno di…
…ma vai, vai pure! Come posso pretendere di frenare un impeto d’amore. Sono in assoluto turbamento!
Sei così bella! Non riesco a tenere il tuo sguardo. Tremo come una foglia ed ho caldo. Molto caldo!
I pensieri ormai tracciano il loro percorso tutto intorno a noi che continuiamo a parlare.
Li sento uscire dalla mente e l’immagino realizzarsi di fronte a me.
“Ti stringo tra le braccia in una stretta leggera e sicura come impugnassi l’ansa di un fioretto.
I miei occhi si perdono nel profondo verde muschio dei tuoi.
Si ritrovano solo più giù, fermandosi, dopo aver disceso i rilievi delle tue gote accese di emozione, sulla morbidezza delle tue labbra perfette.
Il mio naso trascinato dallo sguardo, punta dritto sul tuo collo rivelando un ansito di te.
Le labbra si socchiudono al contatto con la tua pelle di luna lasciando godere all’apice della lingua, il tuo sapore.
Le nostre palpebre si chiudono, il torace si gonfia in un respiro di passione, la tua fronte spinge la mia mentre la tua schiena si inarca e le tue mani afferrano la mia folta criniera.
Ora le mie dita lambiscono dolcemente le onde dei tuoi rossi capelli, svanendo i gesti in vortici eterei. Siamo nell’estasi! Entrambi.
Le nostre labbra finalmente s’incontrano,
placando la sete le une delle altre...”
… E tu, ed io…stiamo ancora parlando!

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“IL Terzo Amore”

Dell’amore ?!
Cosa posso dire dell’amore!
Che tutti dovrebbero viverlo, almeno una volta nella vita.
Io ho avuto la fortuna di averlo vissuto due volte.
Bello, innocente, giovane il primo.
Passionale, travolgente, morboso il secondo.
Ne serbo ancora i ricordi, ne porto addosso i segni.
Unici. Gli uni e gli altri.
Del secondo però, anche se profondamente lacerante,
ne vivrò ogni istante della mia vita il frutto.
L’Amore vero, benché incompiuto, ha generato Amore.
Grato a Dio per avermi dato anche l’Amore Eterno.

Al mio piccolo Amore

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mercoledì, agosto 02, 2006

“Un’altra luna”
Abbraccio. Ciao, buonanotte.
La porta si chiude piano alle mie spalle.
Mi dirigo intenzionalmente verso le scale, scendendole con calma, rilassato, quasi a voler distendere la mente e la struttura muscolare.
La camicia chiusa da due soli bottoni. Penso che pochi mesi fa alzavo il bavero del giaccone.
Silenzio.
Si sente appena il ritmico stridio gommoso delle scarpe sui gradini.
Mentre scendo, le finestre dei mezzani riflettono dal basso verso l’alto la mia immagine. Ad ogni rampa, all’altezza della testa, mi fermo qualche istante, il tempo che basta a distinguere ogni odore e sapore del cocktail di sesso che ho addosso.
Riprendo a scendere.
Mi tornano davanti agli occhi frammenti della serata appena trascorsa. Stupide risate, sguardi intriganti, un bicchiere di vino, pelli sfiorate ed ancora corpi nudi, gesti repressi ed altri mai negati. Il letto disfatto e le lenzuola umide. Ha fatto caldo li dentro e non solo per la bolla africana.
Riprendo a scendere.
Dall’intensità del buio mi rendo conto di essere scappato, ancora, alle quattro. Il blu a quest’ora è incredibilmente bello. Il profumo della notte ti invade.
Eccomi di nuovo.
Sistemo alla meno peggio i capelli arruffati, aggiusto i pantaloni.
Riprendo a scendere.
Piano terra. Il trillo elettrico dell’apri porta fa sobbalzare un gatto e forse qualche poveretto che sta dormendo. Sono di fronte al portone. Nel vetro il mio viso è disteso ma lo sguardo è sempre lo stesso: freddo e immobile.
Rivivo, come ogni volta, alcuni attimi ricorrenti.
Miei e solo miei, anche se eravamo in due. Momenti in cui mi illudo che i gesti e gli slanci avuti ed i baci donati siano il frutto di un amore. Avrei voluto che fosse così. Avrei voluto che fosse una notte d’amore. Mi ritrovo, invece, a tu per tu con la realtà.
Il portone si chiude forte alle mie spalle.
Cammino verso la macchina. L’aria fresca del mattino che sta nascendo mi spinge ad abbottonare di più la camicia. È piacevole.
Poi un richiamo. Un magnetismo.
Alzo la testa verso il cielo cercando la luna. Un’altra luna. Questa settimana l’ho vista crescere.
Mi guardo intorno, la città dorme, almeno sembra.
Tolgo l’antifurto squarciando la quiete della via.
Qualcuno mi sta odiando. Ma forse quel qualcuno sono Io.

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