La "Viola" dei Venti

Ciao ragazzi,che fate lì impalati? Entrate forza! Non in punta di mouse però! Accomodatevi pure sulle vostre tastiere, perché questo è il nostro blog. Nostro di chi? Ma di tutti Noi che non abbiamo paura di dire quello che pensiamo, raccontare i sogni, mostrare i sentimenti, affrontare le fife, gioire dei successi…insomma di chi non ha timore di vivere e poi condividere le esperienze, di qualunque natura esse siano. Perciò, un bel respiro, chiudete gli occhi, liberate la mente, aprite il cuore…


giovedì, novembre 23, 2006

“Arida”


Arido!
Quante volte le mie orecchie mi hanno sentito pronunciare questa parola, e quante volte l’ho sentita fare il vuoto dentro di me!
Ci credevo davvero, ne ero convinto: -“Sono Arido!”
Dopo avere amato tanto, oltremodo, morbosamente e dopo tanti anni accorgersi di non essere stato mai compreso. Mi sono sentito esanime! Nel raccontarlo non ci credevo neanche io. Undici anni! Le prime volte, ripensandoci, sentivo svanire la terra sotto i piedi, lentamente, irrefrenabilmente, come la sabbia di una clessidra al compimento della prima tornata.
Impossibile trattenere i granelli trascinati dal gorgo!
Poi, una volta toccato il fondo, ho iniziato a scavare fino al centro dell’inconscio. Ci sono rimasto per mesi laggiù! Ho capito il presente ed il recente passato ma quello che ha dato una svolta definitiva al mio viaggio è stato l’aver incontrato qualcuno.
Seduto in disparte, nella penombra, ho scorto la sagoma di un uomo. Mentre mi avvicinavo sentivo una strana sensazione. Lo conoscevo ma non l’avevo mai visto o l’avevo già visto ma non lo conoscevo!? Un amico smentito o un nemico ricreduto. Ancora adesso trovo difficile descrivere quella sensazione.
Senza essere invadenti, senza tante domande lasciammo che ognuno raccontasse a l’altro la sua storia. Non so quanto tempo sia trascorso. Un secondo o mille anni. Non lo so! Ma quando avemmo finito, lui si fece avanti uscendo dalla penombra e sorridendo mi disse che era giunto il momento di riprendere a vivere, insieme!
Mi ero ritrovato. Nel posto più semplice dove potevo cercare, dentro di me! Non ho avuto bisogno di arrivare in Tibet e meditare anni!
Viaggiare non sarebbe servito. Avrei portato con me il fantasma del mio fallimento di uomo, di marito, di padre e di figlio, trovandomi a piangermi addosso, solamente lontano da casa.
Il primo ad aver realizzato l’importanza di essere di nuovo me stesso, è stato l’uomo (e di conseguenza il non più marito). Individualista, sfrontato, ribelle, anticonformista, impulsivo. L’altra metà di me iniziava a respirare!
Poco dopo, fortunatamente, il padre. Riflessivo, sicuro, autoritario, protettivo e poi tenero, buono, comprensivo, disponibile e premuroso. Solo oggi, invece, dopo averla troppe volte oscurata, la mia identità di figlio comincia ad essere più chiara.
La strada intrapresa era quella giusta. Mi sentivo finalmente bene! Il mio Io aveva ritrovato l’equilibrio tanto atteso.
Io sono cambiato. La mia vita è cambiata!
Mi sono accorto però che in tutto questo tempo, una sola cosa è rimasta come in principio, anzi no, più forte che in principio.
Non ho mai tradito le mie responsabilità e soprattutto non ho mai, mai smesso di amare, nemmeno per un solo istante mia figlia.
Arido! Non si è mai aridi.
Persino il deserto, se ben curato, regala gemme e virgulti.
Odio, antipatie, ossessioni, fissazioni, passioni benché ostili, generano sensazioni, quindi sentimenti. Se ci sono sentimenti c’è vita, fertilità.
Quando mi hai detto di essere arida ti stavo guardando dritto negli occhi, impresa tra l’altro non facile vista la loro bellezza e quanto riescono ad imbarazzarmi, e l’unica cosa che riuscivano a trasmettere era: -“Ti prego, fingi di credermi perché io lo faccio! L’amore mi ha fatto soffrire talmente tanto che ora, per difendermi, sono diventata arida! Però ho un disperato bisogno d’amore, vero, sincero!”
Sono contento che tu non sappia fingere con gli occhi. Per me sono importantissimi. Tradiscono, per buona sorte, la vera natura di noi stessi.
Li adoro gli occhi. I tuoi poi…! Comunque di arido non hai proprio nulla. Si vede, non puoi farci niente! E’ vero, la vita non ti avrà sempre sorriso, le vicende vissute ti hanno segnato, modificato, cautelato nei confronti della natura umana e del futuro, ma quale persona è esente dai traumi del vivere?
Ora che ti guardo meglio, più che una landa desolata somigli ai campi di grano messi a maggese, lasciati riposare per qualche tempo prima di farli tornare a regalare il più bel frutto della Terra.
Mi dispiace non puoi sfuggire a lungo te stessa. Un po’ come il mio percorso hai avuto bisogno di fermarti, riposarti trovare un equilibrio. Ma la vita e l’amore non li puoi fermare ne tanto meno prevedere e siccome non credo che io sia stato l’unico a pensare: –“Ok! Mi sta accadendo qualcosa di speciale, qualcosa che non mi accadeva da anni e questa volta voglio proprio viverla. Fino in fondo!”, ti propongo di lasciarti andare almeno un po’ e se sarà, il resto poi verrà da solo. Anche perché l’incontro di due come noi…è balsamo per il mondo intero.

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